Gran Paradiso - 4061m. - Parete Nord

Pubblicato il da Duemme

  

Le foto di giugno 2011

 

Una classica. La Nord d'iniziazione. A seconda delle condizioni la difficoltà cambia molto. All'inizio dell'estate è facile trovarla completamente coperta da 10cm di neve pressa. Più ci si spinge verso l'autunno più emerge il ghiaccio di fondo, rendendo la salita più sfidante ma anche più complicata. Quindi direi da PD a D+. Dal punto di vista della progressione la si sale in genere di conserva. Protetta a viti da ghiaccio nel caso in cui la si affronti in stagione avanzata. Nella parte più ripida si ricorre a qualche tiro. Questo a meno che non si decida di affrontare la prima parte al centro della parete salendo poi l’ex seracco sommitale. A quel punto le difficoltà aumentano. Dai 55° si passa a 70° con tratti addirittura strapiombanti. Svilupppo: 900m fino al Rifugio Chabod + 600m fino alla crepazzia terminale + 550m di parete.

 

Percorso

Giorno 1. Si lascia la macchina a circa 3km da Pont (Valsavaranche) in località Pravieux (1850 ca.) in un comodo spiazzo sterrato sula sinistra (salendo). Inutile sperticarsi a chiedere. Il posto è evidente e ottimamente segnalato. Si attraversa il ponte di legno sulla Savara. Poi si segue il segnavia n.5 attraverso un bellissimo bosco di larici e abeti fino all’alpeggio di Lavassey (2200 ca.). Il cartello per lo Cabod indica a destra. Da qui in poi la mulattiera si meno ripida. Spariscono gli ultimi alberi e in alto sulla destra compaiono la Nord del Gran Paradiso e il piccolo Paradiso. Poco dopo si arriva nell’ampio spiazzo del Rifugio Chabod (2750 m.). Si prosegue verso il locale invernale del Rifugio seguendo l’unico evidente sentiero che guadagna la morena tagliandola poi verso destra. Si passano due ruscelli, il secondo dei quali rappresenta l’ultima possibilità di caricare acqua se si intende pernottare più in alto. La traccia segue evidente di ometto in ometto risalendo il crinale morenico fra i ghiacciai di Montandayné e Levancieau. La traccia taglia verso destra fino a raggiungere il margine destro orografico (sinistro salendo) del Ghiacciaio di Levancieau. Poco prima di raggiungere un ampio plateau attraversato dalla traccia della via normale si taglia verso l’alto (traccia meno visibile ma ci sono ometti). I nevai residui offrono diverse possibilità per bivaccare.

tracciato.JPGGiorno 2. Ci si lega fuori dalla tenda e si punta dritti alla parete, perfettamente visibile anche in una notte stellata. L’unica cautela è quella di tenersi lontani dal seracco pensile del Piccolo Paradiso. Nel raggiungere la crepaccia terminale si serpeggia fra grandi crepacci mai pericolosi. L’ultimo pendio prima della terminale può essere invaso dai residui di slavine di superficie. Il che rende questo il tratto più faticoso della via. La crepaccia è in genere superabile agevolmente nel punto più alto dov’è quasi chiusa. Da lì si tira dritto per dritto puntando alla cresta sommitale a sinistra del seracco. Esistono diverse possibilità di salita. Al centro (in coincidenza con un vecchissimo seracco ormai scomparso) e sull’estrema sinistra è più facile incontrare ghiaccio vivo.

Raggiunta la cresta la si segue facendo attenzione alle cornici sul lato Levancieau. Sulla sinistra si spalanca la vista sull’immenso Ghiacciaio della Tribolazione. La vetta vera è quella che con molta attenzione si raggiunge dalla cresta. Una guida della Valle ha posizionato su di essa una piccola madonnina. Il torrione di fronte con la madonna a grandezza naturale, dove spesso si accalcano le orde provenienti dalle due normali, non è il punto più alto del Gran Paradiso.

 

Discesa

Poco più avanti della vetta un cordone incastrato in un masso con maglia rapida offre la possibilità di calarsi per 6-7m sulla cengia sottostante. Da qui si aggira sulla destra il torrione roccioso (quello con la madonna grande) e si riguadagna la traccia della normale. Scesi al di sotto della Schiena d’Asino (è il primo pendio in forte pendenza al di sotto del circo glaciale), in un ampio plateau, la traccia che scende verso lo Chabod devia sulla destra per riattraversare il ghiacciaio di Levancieau fino alla morena. In stagione avanzata il ghiacciaio può essere molto screpacciato. Fare attenzione ai seracchi pensili sulla destra. Raggiunta la morena ci si ricongiunge con il sentiero di salita.

Tempi

Giorno 1. 2h scarichi. 2h,30 con zaini da 20k – il nostro caso – fino al Rifugio Chabod. + 1h fino a nevai a 3100

Giorno 2. 1h,45 per raggiungere la terminale. 1h,45 per guadagnare la cresta (nelle condizioni in cui l’abbiamo trovata noi)

 

Attrezzatura

Piccozza (utile la seconda), ramponi, imbrago, casco, corda, cordini da ghiacciaio, viti da ghiaccio, fettucce e moschettoni vari

 

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